Vivi “la città che muore” : Civita di Bagnoregio

Vivi “la città che muore” : Civita di Bagnoregio

Descrizione

Vivi “la città che muore” : Civita di Bagnoregio

Un ciuffo di case e di mura in rovina, nere sul tufo, erette come sul vuoto….tormentata dai terremoti, slavata dalle acque, corrosa di fossi e dalla tristezza, eppure giovane e ancora coraggiosa” Non esiste miglior descrizione di quella del poeta locale Bonaventura Tecchi per descrivere la magica atmosfera che avvolge la Civita di Bagnoregio, posto unico al mondo.  Collegata al resto del mondo da un ponte di quattrocento trecento metri si erge su rupe di 443 metri formata da argille e tufo prodotto da fenomeni vulcanici. La sua storia e il suo sviluppo sono sempre stati inesorabilmente connessi alla continua erosione che le sono valse il nome di “Città che Muore”. E’ affascinante vedere la successione dei vari strati geologici che si sono succeduti nel tempo e hanno contribuito a creare la Valle dei Calanchi compresa tra il lago di Bolsena e il fiume Tevere.

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Informazioni utili

il numero dei partecipanti e le condizioni di svolgimento di questa escursione rispettano le normative e linee guida Regione Lazio sulla sicurezza COVID-19. 

Contattaci per un preventivo personalizzato

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Un ciuffo di case e di mura in rovina, nere sul tufo, erette come sul vuoto….tormentata dai terremoti, slavata dalle acque, corrosa di fossi e dalla tristezza, eppure giovane e ancora coraggiosa” Non esiste miglior descrizione di quella del poeta locale Bonaventura Tecchi per descrivere la magica atmosfera che avvolge la Civita di Bagnoregio, posto unico al mondo.  Collegata al resto del mondo da un ponte di quattrocento trecento metri si erge su rupe di 443 metri formata da argille e tufo prodotto da fenomeni vulcanici. La sua storia e il suo sviluppo sono sempre stati inesorabilmente connessi alla continua erosione che le sono valse il nome di “Città che Muore”. E’ affascinante vedere la successione dei vari strati geologici che si sono succeduti nel tempo e hanno contribuito a creare la Valle dei Calanchi compresa tra il lago di Bolsena e il fiume Tevere.

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